Nella mia vita mi scontro periodicamente con giganti che abusano del loro potere contro i più deboli, perché non tollero in nessun modo i soprusi, soprattutto se vengono dai potenti e dall’alto. Ho affrontato (e sempre vinto!) compagnie aeree che si arricchiscono sulle spalle dei viaggiatori, agenzie viaggio che mascherano i propri errori con finte offerte, aziende che non rispettano i diritti dei lavoratori, compagnie telefoniche che non offrono i servizi per cui le paghi… ecc…ecc…
Oggi però, che sono infine più tranquilla dopo l’uscita della guida su Parigi, avevo voglia di raccontarvelo questo ennesimo sopruso, perché io zitta non posso stare, perché il silenzio dei piccoli fa la vittoria dei grandi (nel senso di ricchi), perché avete rischiato di perdere IP per colpa di un Golia che, prepotente, ha osato sfidarmi!
Tutto comincia nell’estate 2014 quando decido di registrare il marchio ‘Paris pocket – Facilitateur de vie®’, per dare un tocco di professionalità in più alla mia meritata e sudata attività.
Come funziona? In pratica si va sul sito dell’INPI, si paga per fare una ricerca e controllare che non ci siano già marchi esistenti con lo stesso nome e dopodiché si fa la domanda, che viene approvata o meno in due mesi circa. Io, come al solito ligia alle regole (pure troppo!), pago per la ricerca e mi studio le QUARANTATRE PAGINE di risultati: qualche ‘facilitateur de vie’ in attività in Francia, ma in tutt’altro settore del mio e tantissimi marchi che contengono le parole ‘Paris’ e ‘pocket’ ma con attività diverse dalla mia (e grazie al c***o mi verrebbe da dire!). Essendo due parole comunissime è del tutto normale… penso io, logicamente, ingenua.
Tutta felice di avere il mio marchio registrato continuo a spaccarmi in quattro per portare avanti blog e attività, la mia passione da più di sei anni e la mia vita professionale da quasi due.
A fine settembre mi arriva una raccomandata con dentro una lettera in cui un’immenso gruppo editoriale francese che possiede SEI case editrici (che non citerò per evidenti ragioni) mi accusa di contraffazione di marca e concorrenza sleale a causa della parola pocket nel mio marchio e mi propone un accordo: o rinuncio per scritto a questo questo e quest’altro, oppure procedono all’opposizione del marchio, il tutto entro due settimane!
Rileggo tre volte…penso a uno sbaglio…uno scherzo? Rileggo ancora tre volte e capisco che non stanno scherzando e che hanno inviato la lettera in automatico senza neanche degnarsi minimamente di andare a vedere cosa faccio (come ho fatto invece io con le 43 pagine!): non vedo proprio come un’agenzia di servizi potrebbe infatti fare concorrenza sleale a un’immensa casa editrice visto che facciamo cose completamente diverse!
Fatto sta però che il gigante Golia se ne frega altamente di quello che faccio, perché ha i mezzi per pagare uno studio legale esclusivamente dedicato a inviare lettere di terrore alla povera gente come me, per mantenere il controllo e il monopolio, tramite la paura e l’ignoranza dei piccoli.
Io invece, dall’altra parte, oltre alla paura, mi sono dovuta rivolgere a un avvocato per evitare di veder svanire nel nulla tutti gli sforzi fatti in questi anni e continuare a scrivere il mio blog e a lavorare in santa pace, risultato: quasi tutto quello che ho guadagnato onestamente e duramente nel 2014 è stato speso per non farmi schiacciare da Golia… potete ben immaginare infatti che lavorando da sola, con un’attività aperta da appena un anno e che vende servizi, ricca non sono… e mi sono accorta col passare delle settimane che, tra l’altro, mi sono fatta pure spremere a sangue dallo studio di avvocati, che mi hanno fatto pagare una cifra spropositata! MEA CULPA, presa dal panico mi sono affidata a conoscenze e non ho chiesto preventivi ad altri come invece avrei dovuto fare… sbagliando si impara no?
Comunque…spalmata un po’ di vaselina nel didietro per attutire il doppio colpo, ho incassato dicendomi che nessun Golia mi avrebbe potuto distruggere, soprattutto quando era chiaro che l’azione era stata intrapresa senza alcuna cognizione di causa!
L’avvocato ha inviato una proposta di accordo per una pacifica convivenza e lo sapete quanto ci ho messo a chiudere questa storia grottesca? SETTE MESI! Perché mentre io mi struggevo in attesa di un responso, cercando di non pensare a un mondo senza ‘Paris pocket’ e ‘Italiani pocket’, Golia aveva altro da fare, impegnato a guadagnare sempre più soldi per pagare sempre più avvocati e schiacciare sempre di più e senza senso i più piccoli.
E oltre al danno anche la beffa, SETTE MESI e svariate migliaia di euro spesi per firmare due fogli su Word in cui si ribadisce ulteriormente quello che facevo già: gli affari miei senza causare danno a nessun Golia!
Voilà, scusate lo sfogo ma a me sté cose fanno estremamente inc*****e, per fortuna che tutto è bene quel che finisce bene e che mi avanza ancora un po’ di vaselina, dovesse servire di nuovo in futuro (ma speriamo di no!)! Uahuahuahuah!!! :-p
9 Comments
Ganza! Tanto di cappello, hai affrontato la bega al meglio. Pazienza per i soldi sperperati, la causa ripaga in soddisfazione. E i soldi ora, col tuo fantastico libro, arriveranno…
Eri la mia blogger preferita, ora sei la mia eroina preferita!
Giù le mani da Italiani Pocket!
Continua così.
Ciao Elisa, grazie dell’appoggio! Sono d’accordo sul fatto dei soldi, per me l’importante è non stare zitti davanti alle ingiustizie, MAI! 🙂
Ciao, scusa la domanda: ma alla fine tutti i soldi che hai speso per ribadire l’evidenza ti sono stati rimborsati ?
Come funziona in casi come quello da te presentato ?
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Certo che no! Sono le “spese” del mio avvocato per redigere l’accordo e farlo firmare agli altri. Non c’è stato un “litigio” vero e proprio quindi niente rimborso chiaramente… sennò altro che sette mesi, ci avrei messo sette ANNI! 😀
Caspita ! Da una parte sono contento che hai risolto, dall’altra trovo tu abbia subito una costosa ingiustizia a prescindere da come sia finita.
Bah…almeno non abbiamo “perduto” Italiani/Paris-Pocket!
È stata un’enorme e costosissima ingiustizia, ma sbagliando si impara e la prossima volta (spero non ci sarà!) invece di entrare in panico e fidarmi di “conoscenze”, mi farò fare preventivi da più professionisti. 🙂
Ci dispiace tantissimo e evviva che hai vinto… Hai tutta la nostra ammirazione per la grinta che hai dimostrato, tutto il nostro affetto e per quanto ci e’ possibile ci impegniamo a promuovere al massimo il tuo sito e il tuo lavoro!
Grazie! Il vostro appoggio (di tutti voi!) è stato e resterà importante nel mio lavoro! 🙂
Sconcertante!
Ma non esiste in Francia una cosa tipo la “lite temeraria”?
No, perché a questi str**** che ci provano giusto per provarci bisognerebbe fare molto male (giuridicamente parlando, non voglio essere fraintesa). Sennò passa il concetto che visto che sono grossi possono fare la voce grossa impunemente e rompere le scatole a chi fa la sua vita tranquillamente e ha solo la “colpa” di essere piccolo.
Hai tutta la mia stima.