Azabu – cucina giapponese
11/01/2010Il parigino, questo personaggio così poco amato
17/03/2010Oggi ho voglia di prepararvi alle dinamiche del magico mondo degli spogliatoi francesi, prendendo spunto dagli spogliatoi che ho sperimentato (quello della scuola di danza dove vado e di qualche piscina che ho frequentato). Ecco qua una lista di elementi che vi aiuteranno, in caso di disorientamento o amnesia, a capire che vi trovate in uno spogliatoio parigino (premetto che sono sempre stata molto tollerante riguardo gli “usi e costumi” altrui e che il mio livello di tolleranza alle schifezze è molto molto alto). :-p
1. Le ciabatte sono un optional
Tutti scorrazzano a piedi nudi dallo spogliatoio al bagno (che è un bagno che usano tutti, quindi fatevi due calcoli), dal bagno alla doccia e dalla doccia allo spogliatoio. Ah, c’è anche qualcuno che attraversa la doccia con calzini e/o scarpe per raggiungere l’altro accesso allo spogliatoio. Risultato: sulle mattonelle della doccia si mischiano resti di toilette, di calzini bagnati o di tutto ciò che si può attaccare sotto una scarpa. E loro, tranquille, si fanno la doccia scalze!
2. Quelle che si fanno la doccia sono veramente una minuscola percentuale
Quasi tutte rientrano dalla sala completamente sudate, si danno una passata di asciugamano, una spruzzata di deodorante e si rinfilano i vestiti. E non mi venite a dire che si lavano a casa perché allora non vedo il motivo di truccarsi e pettinarsi prima di uscire da lì. Ah, in piscina le docce sono rigorosamente COMUNI!
3. È per questo che la maggior parte delle tipe va in palestra semplicemente con una borsetta
nella quale ci sono il deodorante, un eventuale asciugamanino, le scarpe di ricambio rigorosamente libere e a contatto con tutto il resto, e basta. Guardo il mio borsone enorme e pesante e capisco il perché di questa differenza.
4. Ma c’è anche chi si fa la doccia
E, visto che io sono una di quelle, ho osservato vari tipi di comportamenti:
- c’è chi entra in doccia, capelli legati, una spruzzatina di acqua ed esce con un asciugamano intorno alla vita
- c’è chi entra in doccia, capelli legati, eventualmente con un bagno schiuma, e ne esce senza l’ombra di un asciugamano, allaga un pezzo di spogliatoio e si rimette i vestiti senza neanche asciugarsi (true story).
In nessun caso ci si lava i capelli e, se si lavano, rigorosamente non si asciugano, tanto c’è l’aria che ci pensa no? Anche se fuori fa -20° ! Se ci provo io sicuro resto bloccata per il resto della mia vita!
32 Comments
A proposito di spogliatoi e pudore.
Avviso agli italiani ignari, come lo ero circa 20 anni fa dopo la mia prima nuotata.
Contrariamente a quanto si crede e malgrado i numerosi centri naturisti e club libertini, i francesi sono molto più pudici degli italiani.
Gli spogliatoi delle piscine sono rigorosamente misti ma non certo “liberi”. Tutte e tutti fanno la doccia in costume da bagno e si cambiano segretamente in cabina. Quando invece questi locali non sono misti, e non solamente nelle piscine pubbliche ma anche nelle palestre private, guai a girar nudi o far la doccia senza mutande. Non solo ti fai squadrare come fossi un maniaco sessuale in cerca di nuove emozioni (io, alla piscina Pontoise a Parigi), ma rischi anche di farti rimproverare dal custode (sempre io, alla piscina Pontoise a Parigi).
Si è assurdo, ma tutti i maschi (e ne sono uno) sono costretti a far la doccia in costume o in mutande, trattenendo gioiosamente la profumata schiuma irritante nelle parti intime, prima di rivestirsi e uscire ancora ben insaponati (e finalmente ancor più sporchi di prima), cosa non solo igienicamente dubbia, ma anche al limite del becero oscurantismo vittoriano. Sembra che gli spogliatoi femminili, per quanto più tolleranti, seguano la stessa consuetudine (mia moglie francese testimonia).
Al contrario invece, non è raro per la donna parigina prendere il sole in reggiseno e mutandine in un parco pubblico, o cambiarsi in spiaggia rapidamente senza asciugamano. Insomma… Paese che vai, paradossi che incontri, vai a capire !
Ciao IP, anche mio marito era l’unico con le ciabatte in doccia e a me, che avevo non un asciugamano, bensi’ un accappatoio con cappuccio di quelli in microfibra e ultracompatto, mi guardavano tutte con aria stupita e una mi ha detto pure: non ho mai visto un coso del genere!!!!AHAHAHAH!!
come sarebbe a dire “docce comuni”??! e il pudore?
inesistente… ma si fa la doccia col costume della piscina addosso chiaramente!
Non è solo un usanza francese ma anche tedesca e questo lo sò per certo…
Aggiungo, a proposito di abitudini igieniche, il fatto che tutti possono liberamente maneggiare e palpare frutta e verdura a mani nude nei mercati, e i venditori non hanno nulla da ridire… Dopo l’acquisto una bella lavata ci vuole 🙂
Mi permetto anche di spezzare una lancia a favore di una francese in particolare, cioè la signora che mi affitta una stanza in casa sua: ci tiene molto alla pulizia e all’ordine, l’ho anche vista fare le pulizie con grande cura, e la casa abbonda di tutti i prodotti possibili e immaginabili 🙂 Brava Frédérique! Poi non so se vada in palestra o no..hihihi!!
Ciao a tutti!
Ho trovato per caso questo sito, e vorrei contribuire con la mia esperienza.
Non sono mai stato a Parigi ma in compenso avendo dei familiari in francia parlo correttamente francese e conosco bene la stessa, avendola frequentata per tutta la mia vita anche quasi sempre nel periodo estivo.
Premetto chi quando non si vive direttamente in un paese per molti anni dobbiamo ammettere che il nostro giudizio sarà sempre parziale.
Detto questo però non posso che confermare ed aggiungere che nelle case degli amici dei miei vari cugini francesi, il disgusto era notevole.
Per carità ci sta pure che fosseri loro ad avere amicizie poco diaciamo “ortodosse” ma da qui a farsi un opinione generale il passo è breve.
Io però una spiegazione la darei al fatto della più precoce emancipazione dalla casa dei genitori dei francesi con le cattive abitudine che ne conseguono.
Forse la bambocciosità non è poi così negativa??
forte… proprio simpatico questo scambio di opinioni e esperienze vissute…
Vivo in Francia da qualche mese e confesso che alcune usanze mi sconvolgono un po’…
E’ anche vero che noi italiani siamo un po’ maniaci… ma confesso che preferisco mantenere le mie fissazioni… 🙂
Sapete… forse tra le cose che meno sopporto, “nun ce la posso fare”… non è tanto l’assenza di bidet … ma il water collocato dentro una minuscola stanzetta SENZA alcun lavandino… OK io mi organizzo a casa mia… MA quando hai ospiti… che vanno in bagno e che si rimettono direttamente a tavola senza passare da un lavandino… Scusatemi ma faccio fatica a comprendere…
Non è che io debba appendere delle indicazioni per spiegare dove si trova il punto lavandino più vicino??? Forse è colpa mia in effetti.. 😉
esperienza diretta e calda calda,
oggi io e il mio moroso siamo andati in piscina, esattamente nell’affascinante stabilimento sospeso sulla Senna (M6, fermata quai de la gare)
la piscina in sè, non fa proprio schifo.. sono proprio i francesi ad avere usi e costumi approssimativi!!!
1) la fatidica assenza di ciabatte negli spogliatoi (e pure fuori)
2) la mancanza di bagnoschiuma/shampoo/balsamo ecc
3) balle di capelli che si spostavano di quà e di là come in un western
4) uso indiscriminato di cloro.. l’odore si sente fin da fuori, e proprio come il profumo sulle pargine, viene utilizzato anche qui per coprire le approssimazioni igieniche.
ma sapete il colmo qual’è stato???
il mio ragazzo si presenta con un costume da bagno tipo boxer, insomma, non aderente, ma ovviamente provvisto di retina e quant’altro, e il bagnino lo blocca prima di immergerci dicendo che è obbligatorio un costume aderente…..PER IGIENE!
quasi gli siamo scoppiati a ridere in faccia 😀
c’è da dire cmq che sono stati molto gentili a prestargli un costume da bagno a norma, e che soprattutto, nonostante questi criteri igienici, la nuotata è stata piacevole, ed è sufficiente attenersi alle nostre norme igieniche, per non avere nessunissimo problema,
un bacio
Lau
Lo so che tra spogliatoi e bagni le baguette c’entrano poco…ma avete visto come le maneggiano???
Già quando vai a comprarle le forniscono incartate con un foglio di carta minuscolo (la pagina di un quadernetto delle elementari è più grande…),poi se per strada hanno bisogno di entrambe le mani per far qualcosa le appoggiano ovunque, un muretto, una panchina…e gran finale arrivati a casa,dove le gettano a mò di giavellotto sul tavolo/piano cucina in attesa che arrivi il momento di consumarle. C’è da dire che se progettate l’omicidio perfetto la “campaillette” è LO strumento ideale…basta comprarlo due giorni prima, e al momento giusto potrete usarlo come una lancia senza timore di cedimenti! Per far sparire l’arma del delitto sarà poi sufficiente bagnarla e gettarla…i topi faranno il resto!
Anche a Londra ho visto le stesse cose, però concordo nel dire che noi italiani siamo un pò troppo fissati. Vivi e lascia vivere: quindi un paio di ciabattine sono più che sufficienti per convivere pacificamente
Hai ragione ItalianiPocket ! ma anche io mi annovero tra gli igienicamente tolleranti, soprattutto sono reduce da un espatrio in india che mi ha resa immune da tutti i batteri, cmq credo che noi italiani siamo maniaci dell’igiene, e questo é la conseguenza della nostra cultura piu’ maschilista di quella francese “la donna sta a casa e pulisce”. Quindi cerchiamo di imparare un po’ dai nostri amici parigini (ma la cuffia in piscina mettetela pls ! 😉
E anche le ciabatte quando andate al bagno pls! 🙂
Se dopo ti fai la vera doccia faresti senza cuffia ma senza ciabatte prima o dopo i funghi sotto i piedi non tel’evita nessuno…
Oltretutto troppo cloro ti fà buttar via un costume al mese…
Ho scoperto da poco questo sito ma sta diventando una droga quotidiana !!!
Grazie di questi spezzoni di vita francese
beheheheh 😀
Oggi ho assistito ad una scena che mi da pieno diritto di aggiungere un nuovo tassello alla fenomenologia della ciabatta. Mi trovavo nello spogliatoio della (bella) piscina che c’è a Les Halles. Anche qui gli utenti muniti di ciabatte sono piuttosto rari. In compenso all’ingresso dello spogliatoio c’è una linea di demarcazione che non può essere oltrepassata con le scarpe. La frontiera è costantemente sorvegliata da grosse inservienti, sornione ma implacabili. Come molti altri, lo spogliatoio in questione si compone di una parte in comune e di cabine in cui ciascuno si nasconde per svestirsi e rivestirsi. Mentre mi trovato nello spazio comune, intenta ad asciugarmi i capelli, la cabina proprio di fronte a me si apre e ne fa capolino una signora già piuttosto anziana, già rivestita in tailleur e collant, ma, naturalmente senza ciabatte. In mano tiene gli stivali, ma chiaramente non li può indossare prima di varcare la soglia igienica. Al che, con gesto fulmineo la vecchiarda lancia il suo asciugamano a circa un metro di distanza e, lesta come un gatto, ci balza sopra. Al contempo, con mossa da discobolo, lancia in aria suoi stivalazzi, i quali, dopo lunga parabola atterrano giusto al di là della suddetta linea di demarcazione. Soddisfatta la signora avanza sul suo asciugamano (e contribuisce così alla pulizia del pavimento) per raggiungere le sue calzature e, accorgendosi dell’espressione beota con cui la fisso, ammica sorridente come dire “guarda un po’ cosa tocca fare”.
Eheheh anche io vivo a Parigi da qualche mese e in effetti devo dire che certe abitudini sono un po’ “particolari”, ma tolto il fatto del bidet e di alcuni dettagli(come il camminare a piedi nudi in casa col pavimento palesemente sporco -.-“) a me i francesi non paiono cosi’ alieni… poi vabeh non frequento palestre ne’ troppa popolazione indigena per cui potrei non essere cosi’ informato 🙂
Tutto vero, verissimo! Anch’io sono rimasta colpita da queste abitudini a metà tra incuria e cialtroneria. Al di là dei giudizi morali, sempre relativi, mi incuriosiscono gli aspetti igienico-culturali. Soprattutto da quando una mia amica olandese ha fatto sugli spogliatoi francesi un commento assolutamente in linea con i nostri. Le ho risposto che ero d’accordo con lei, ma che non stava a lei e ai suoi connazionali fare osservazioni del genere, essendo popolo tradizionalmente disinvolto, disinibito e incurante della forma. Insomma il teorema: “più nordici = meno fissati” idealmente confermato dalla sauna finlandese mi si rivelava insufficiente all’analisi socio-culturale sulle abitudini igieniche. A questo punto la domanda che sorge spontanea è: quali sono i fattori che hanno determinato queste abitudini? Io posso contribuire con un primo indizio. Quando abbiamo portato per la prima volta i nostri pargoli alla crèche francese li abbiamo muniti di due paia di ciabatte-pantofole ciascuno (un paio per dentro e uno per la terrazza), e, non contenti, ci siamo premurati di chiedere se occoressero altrettante paia di calzini. Lo sguardo attonito delle educatrici è stato più eloquente di qualsiasi risposta e, in quell’esatto momento, mi sono venuti in mente gli spogliatoi…
Ho vissuto negli USA, in Canada, in Inghilterra, in Francia (5 anni a Parigi e 1 a Marsiglia) e vivo ora in Olanda. Mi accorgo anche io di questa disinvoltura non-italica rispetto a baguette, ciabatte ed eccetera, ma ho imparato a discernere quelle che sono le manie nostrane, inculcate dalla mamma premurosa e certe fissazioni dalle situazioni realmente più “critiche”.
Di baguette all’aria o appoggiata su un muretto non è mai morto nessuno, nemmeno di verruche (piedi scalzi nelle docce) o di manipolazione di verdura al supermercato (la laveremmo comunque anche se fosse obbligatorio l’uso del guantino in plastica che fa sudare la mano).
Le cose che sono invece “critiche” sono i padroni dei cani che non raccolgono sui marciapiedi o il cesso isolato senza possibilità di lavarsi le mani se non uscendo cercando di manovrare la maniglia con l’avambraccio per andare al lavandino del bagno.
Il resto…non è così grave, dopotutto siete entrati in contatto con più materia fecale pigiando il bottone dell’ascensore per rientrare a casa o tenendovi in mentropolitana giusto poco prima.
Certe cose mi fanno venire in mente manie tutte italiane, come la CERVICALE, ad esempio, che non esiste in nessun altro angolo del pianeta. Certe cose mi fanno venire in mente manie tutte di mamme italiane, come “non camminare scalzo in casa” o “metti la canottiera che se no prendi freddo”.
Hai troppo ragione!! Concordo pienamente, ma ammetti che la prima volta che ci si scontra con queste cose si resta un po’ scossi… soprattutto perché il fumettino della mamma tutta italiana compare immediatamente! :))
hahaha…più leggevo e più annuivo…
lato maschile però devo dire che la situazione è un pochetto migliore da questo lato…
PS, e che ne dici del “concetto di riassetto dopo il pasto” delle cucine francesi? anni fa la Madame che mi ospitava, al termine della cena, usava riporre i piatti con i residui di cibo nella cucina, rimandando all’ indomani la completa opera di pulizia degli stessi…
neppure si preoccupava di gettare “il grosso”…
…non ti dico la mattina dopo la sgradevole situazione di far colazione insieme ai piatti della sera prima…
salut!
Sono d`accordo con il detto “paese che vai…” ma alcuni anni fa in campeggio ho visto gli stessi comportamenti di igiene nei bagni in comune, ma le ragazze in questione erano tedesche. Forse siamo noi i fissati?
Sono arrivata domenica a Parigi e già ieri sera mi sono sentita un`aliena in fatto di igiene,quando per prendere la frutta ho usato una busta di plastica, visto che non avevo le mani pulite … mi guardavano tutti stupiti; il problema è che anche gli altri sicuramente non le avevano lavate quindi ho “igienizzato” le pesche con il sapone prima di mangiarle.
Quello che dico sempre è che qui, per certe cose, sono veramente disgustosi e ci si adatta a seconda del grado di “schifaggine” che ci è stato inculcato in testa da giovani, ma noi italiani, al contrario… siamo spaventosamente e spiacevolmente maniaci nell’altro senso! E’ la solita storia del giusto mezzo: un’utopia! 🙂
p.s. io personalmente mi annovero tra i non maniaci… vivo meglio! ahahah!
se poi andate in piscina, vedrete che oltre che senza ciabatte sono anche senza cuffie …
come ti capisco!! due volte a settimana vivo la tua stessa esperienza nel centro dove pratico yoga.
anch’io mi sento un’aliena!
comunque da quando vivo a parigi ho preso l’abitudine di levarmi le scarpe quando rientro a casa e lasciarle davanti alla porta perchè non mi va di portare dentro i resti di cacche e sputi di cui i marciapiedi sono pieni. grazie per condividere con noi!!
Ciao Italiani Pocket
pensa che io per spostarmi di 17 miglia marine dal mio luogo d’origine, ho trovato una mentalità di gran lunga lontana dalla mia…non me lo aspettavo proprio!
Un bacio
Sara
Ma che bello ricevere le vostre reazioni!!
Ci tengo comunque a moderare un po’ la cosa perché, come dice giustamente mammamanga, paese che vai usanza che trovi, e sinceramente da quando sono qui sono sempre più convinta che noi italiani siamo esagerati dalla parte opposta (troppo protettivi, troppo fissati…).
Che dire? Ci vorrebbe un giusto mezzo, ma purtroppo il giusto mezzo è un utopia! 🙂
Ale, Francesco, nonostante le difficoltà da affrontare a causa di una cultura che, pur geograficamente vicina, è lontanissima… vale proprio la pena farsi un’esperienza a Parigi!
Oh mio Dio…
Proprio in questi ultimi mesi mi sto convincendo a provare un’avventura parigina in cerca di lavoro: il pensiero mi stimola davvero molto!
Ma questa cosa dell’igiene “approssimativa” è atroce: conoscevo già alcuni tristi dettagli (tipo la questione bidet) ma questa frase
“Quasi tutte rientrano dalla sala completamente sudate, si danno una passata di asciugamano, una spruzzata di deodorante e si rinfilano i vestiti. E non mi venite a dire che si lavano a casa perché allora non vedo il motivo di truccarsi e pettinarsi prima di uscire da lì.”
mi ha lasciato davvero sconvolto!
Cioè…immagino già il momento in cui avrò un appuntamento con una bella parigina: come farò a non pensare che ha appena fatto una cosa del genere???
Chiudo come ho aperto: oh mio Dio…
PS: bellissimo ed utilissimo blog. Complimenti e grazie!
Ma come si può vivere in questo modo???
Poverina, ti immagino tutta sola in quello spogliatoio pieno di germi!!!!!!!Aiutoooooooo!!!
GULP!
Io invece, che ho un livello di tolleranza alle schifezze MOLTO MOLTO BASSO (ma MOOOOOOLTO BASSO), non so come riuscirò ad affrontare – quando arriverò a parigi – questi usi e costumi che non capisco e davvero non apprezzo…
Ma io domando ai francesi: ma santo cielo le verruche le conoscete o credete siano una verdura ingrediente della nicoise?? ma riuscite a immaginare COME MAI in Italia ci sia il bidet? ma avete idea di cosa siano – non tanto i germi e i batteri, non sono così scientificamente sofisticata…- ma la POLVERE, LO SCHIFO, LO SPORCO, GLI ODORI??
Scusa lo sfogo, cara Italiani Pocket, ma questa cosa dell’igiene francese davvero mi sconvolge (per averne avuto una spiacevole esperienza diretta. anzi…ahem…direi più esperienze dirette).
Dammi, please, una ricetta per riuscire ad affrontarla una voltà lì…ARHGH!
In coda al mio messaggio delirante (ma non sai quanto sincero…) ti abbraccio e ti ringrazio per il PREZIOSO blog. Che mi sta illuminando di immenso su quello che mi aspetta. Utile e simpatico. Merci mademoiselle!
Ale
beh, a questo punto, che dire…decisamente e 100mila volte meglio la tua di educazione 😀
E, visto che questo è un bel blog internazionale, ti lascio con un detto portoghese “cada terra com seu uso, cada roca com seu fuso” 😀
Ciao
Sara