Le gamin – cucina francese (crèpes)
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25/02/2010Avete voglia di fare un salto in Giappone, quello di classe, il tempo di un pranzo o di una cena? Andate assolutamente in questo ristorante!
Azabu l’ho conosciuto all’epoca in cui studiavo giapponese perché ci lavorava un mio compagno di classe e poi non ci ero più andata da anni, perché avevo il ricordo che la sera fosse molto caro.
Qualche settimana fa, per festeggiare un evento, io e il mio PACSO siamo andati a cena da Azabu, dietro mio consiglio, visto ero curiosa di vedere se era ancora come lo ricordavo io.
Cominciamo dal fatto che se volete andarci la sera, nel week end, bisogna assolutamente prenotare. Continuerò dicendovi che la proprietaria mi ha risposto al telefono in giapponese… e io ero già in un brodo di giuggiole!
Fatta la prenotazione, il venerdì sera ci siamo recati sul posto.
Azabu è nascosto all’occhio umano e se non lo conosci non lo trovi passeggiando per le viuzze incasinate tra Odéon e Saint Michel. Il ristorante si trova sulla rue Mazet, una perpendicolare della rue Saint André des arts e al primo sguardo sembra sempre chiuso.
Porta di legno, luci soffuse e adesivi che indicano che il luogo è stato approvato dalla guida Michelin e dall’associazione per l’autentica cucina giapponese a Parigi. Il menù appeso fuori ci fa già venire l’acquolina in bocca… ma di quello parliamo dopo!
Ci accoglie la proprietaria che ci indica di scendere nella sala in basso.
Piccola parentesi: il ristorantino si trova su due livelli, al piano di sopra ci sono dei tavolini e il bancone dove si può assistere in diretta alla preparazione dei piatti che si mangeranno. Il tutto circondato da legno chiaro e da giapponesi sorridenti e cordiali.
Il piano di sotto è più calmo, ma secondo me meraviglioso!
C’è un unico tavolo con una decina di posti, separati da composizioni di Ikebana (l’arte di comporre i fiori) e apparecchiato con tovagliette in steli di bambù e bacchette appoggiate a pietre tonde grigie.
Tra il muro e il pavimento c’è uno spazio riempito di ciottoli bianchi illuminati dal basso e in un angolo una fontanella di bambù… insomma, sembra di stare in pieno Giappone!
Per non parlare del bagno!!
Dietro una parete che nasconde l’accesso al bagno, c’è una porta rigorosamente scorrevole e quando la si apre vi accoglie un piccolo cammino di lastre di marmo nero su un mare di ciottoli bianchi, che vi dirigono verso il sacro WC. Si sente lo pfff del deodorante, ma non sai da dove arriva perché è nascosto, le salviettine per pulirsi le mani sono tutte ordinate una sopra all’altra che hai paura di toccarle… e altre composizioni di fiori ti allietano mentre fai i tuoi bisogni.
Il servizio è rigorosamente giapponese, in tutti i sensi! Ho rischiato di far fare harakiri alla cameriera perché, non riuscendo ad aprire la bottiglia di vino, le ho detto di passarla tranquillamente al mio uomo… osservando il panico sulla sua faccia mi sono resa conto della gaffe e le ho quindi intimato di andare a fasi aiutare in cucina.
E ora passiamo alla parte migliore: il menù, tanto per farvi rendere conto di cosa si mangia da Azabu.
Il menu meno caro costa 40€ e li vale tutti quanti! Ma se ci andate a pranzo i prezzi calano a una quindicina di euro.
Il menù è composto dalle seguenti portate:
1. zuppetta
A noi è capitata una zuppetta di funghi talmente buona che, estasiati e mentre nessuno ci guardava, ce la siamo scolata direttamente dal recipiente che ricordava vagamente un’ostrica.
2. Antipasto
Io ho preso le radici di fiori di loto all’aglio e formaggio: croccantissime, gratinate al formaggio e ricoperte da sfoglie finissime di formaggio abbrustolito.
Il mio uomo ha preso una tartara di salmone che gli è stata servita con dei rettangolini di alga. La cameriera gli ha spiegato che per mangiarla doveva mettere il salmone sull’alga, arrotolare e poi intingere nella salsa di soja.
3. Piatto principale
Tutti e due abbiamo optato per il pesce: io pesce bianco e lui tonno. A parte il fatto che si scioglieva in bocca, ci è stato servito accompagnato da verdurine e cetriolini marinati nello zenzero… buonissimi.
4. Dolci
Nel menù si parlava dei dolci di Toraya, pasticceria dalla storica tradizione che è stata anche quella dell’Imperatore… come resistere?
La cameriera ci ha portato una scatolina di legno rotonda con dentro tre tipi di dolce e noi abbiamo dovuto sceglierne uno: pasta di fagioli di soia per il mio uomo (assomiglia vagamente alla marmellata di castagne) e dolcetto alle castagne per me. I dolci sono stati accompagnati da una tazza di tè con tanto di sottotazzina di stoffa abbinata a tutto il resto della tavola.
Durante tutta la cena, la cameriera passa e ti chiede se è tutto ok sotto l’occhio vigile della padrona e ti riempie il bicchiere d’acqua quando è vuoto.
Io non ho smesso, per tutta la sera, di dire “Che meraviglia!”, ammaliata dall’ambiente e dal cibo… tanto che Azabu si è conquistato questo dettagliatissimo post su Italiani Pocket!
Se volete fare qualcosa di chic ma non troppo, di originale e di completamente disorientante ve lo consiglio vivamente.
Informazioni pratiche
Indirizzo: 3, rue Mazet, Paris 6°
Orari: chiuso la domenica a pranzo e il lunedì
Telefono: 01 46 33 72 05
Prezzi: menu serali e week end da 40€ a 60€ / a pranzo circa 15€
5 Comments
Oggi con moglie,figlia e fidanzato abbiamo seguito il tuo consiglio e abbiamo pranzato da Azabu.Tutto assolutamente fantastico e squisito! Grazie per il consiglio,unica precisazione il sabato a pranzo si spende come la sera a cena quindi chi vuole mangiare dell’ottimo giapponese e spendere poco deve pranzare dal lunedì al venerdì.
Un Bacione….ciao.
Ciao Marco, cavoli hai ragione mi ero scordata di precisarlo! Ho aggiornato il post con la tua informazione.
COntenta che vi sia piaciuto! 🙂
Grazie davvero per il consiglio! Abbiamo passato una serata splendida… consigliatissimo! bisous massimo
Sono contentissima che vi sia piaciuto!
Un’ altra cosa da fare quando ritorno a Parigi….Grazie Elena!!!:)