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Qualche anno fa ho assistito a una scena talmente tragicomica che, presa dallo sconforto di non poterla descrivere in 140 caratteri su Twitter, ho avuto una subitanea ed immensa voglia di raccontarvela nei dettagli! Ho deciso oggi, periodo di arrivo all’estero di molti di voi, di riproporvi l’aneddoto sperando sia pedagogico. :-p
Premetto che i protagonisti del racconto sono italiani, ma il concetto è valido per qualsiasi nazionalità! Non voglio parlare di chi sia meglio o peggio, voglio solo farvi fare due risate ok? 😉
Tra l’altro tutta la vicenda mi ha fatto venire in mente la famosissima scena del film Totò, Peppino e la malafemmina, che ridere!
È una tranquilla serata da cena-cinema e, in attesa del film, il mio uomo e io stiamo chiacchierando tranquilli davanti a un bicchiere di vino da Nicolas a Bercy Village (per chi non lo conosce, Nicolas è una catena di enoteche in cui si possono trovare vini a tutti i prezzi e in alcuni negozi si può anche mangiare qualcosa, ma principalmente ci si va per assaggiare i loro vini).
Mentre chiacchieriamo vengo attratta da un gruppo di quattro persone che identifico subito come italiane (oh, non chiedetemi come faccio, ma noi italiani ci riconosciamo a km di distanza! Non so spiegarvi come indovino, ma indovino quasi SEMPRE!).
La mia indole da crocerossima si mette subito in allerta, nel caso in cui avessero bisogno di aiuto con il francese io sono di solito contentissima di soccorrere i turisti in panico (di qualsiasi nazionalità essi siano)! Ma cambio subito idea…
I quattro entrano spavaldi e il maschio alfa, senza neanche un “buonasera”, comincia a gridare al cameriere, in italiano, “Fuori! Fuori! Fuori!”, indicando con il braccio i tavoli all’esterno del ristorante.
Tradotto in linguaggio normale la frase sarebbe stata:
Ci scusi, vorremmo cenare fuori è possibile?
Un po’ preoccupato il cameriere chiede “English?” (che, diciamocelo, per un parigino è già uno sforzo sovrumano!) e il maschio alfa risponde (sempre in italiano eh!)
No no! Che english! Fuori!!
Io guardo allibita la scena e rinuncio a ogni singola dimostrazione di aiuto, voglio proprio vedere fino a dove arrivano!
I quattro si aggirano con prepotenza nel ristorante alla ricerca di un tavolo, il cameriere li segue disperato, finché, capendo che fuori non c’è posto, si siedono dentro… meglio per me che potrò così seguire più facilmente la scena! :-p
Dopo circa 10 minuti, si alza questa volta la femmina alfa accompagnata dall’amica, si avvicina al bancone (io fremo nell’attesa!) e, sempre in italiano mi raccomando, dice
Scusa, ma la bistecca non ce l’hai?
No ma l’ho già visto il menù! Ma non c’è la bistecca!
A questo punto arriva in soccorso un collega corso di Corsica che, essendo corso di Corsica, capisce un po’ l’italiano (stà donna c’ha troppo culo!), e la femmina alfa riesce a ordinare la sua entrecôte/bistecca, poi prima di sedersi dice “E acqua naturale!”… ho dimenticato di dire che lo dice in italiano?
Dopo neanche 5 minuti, il primo cameriere passa vicino al tavolo dei quattro e la donna grida “Scusa! L’acqua?”, il cameriere spalanca gli occhi (anche perché, anche volendo, eau e acqua non si assomigliano proprio come suono), resta fermo due secondi, capisce e ripete in italiano “si, acqua”. E la signora in tutta la sua educazione e riconoscenza gli grida in faccia “Acqua naturale!! Te l’ho già detto prima!”. Il cameriere schifato se ne va.
A questo punto della storia purtroppo il film sta per cominciare e noi dobbiamo lasciare i fantastici quattro. Peccato perché credo che avremmo assistito a qualche altra bella chicca!
Morale della favola
Faccio come La Fontaine e ci metto sempre una morale! 😀
Io non pretendo che tutti parlino due o tre lingue, ma credo che l’educazione debba essere il denominatore comune nella vita, soprattutto quando si viaggia e si va quindi a casa di altri. Allora vedere questi tipi parlare italiano e arrabbiarsi pure di non essere capiti, bhe mi ha divertito ma anche abbastanza schifato. Si si si, i francesi fanno uguale! Lo so! Ma io parlo in maniera universale!
È per colpa di rari casi di gente maleducata come questa che poi tutto un popolo subisce i clichés (italiani, francesi, cinesi, chiunque!). Rispetto alla scena vissuta da me, grazie ai fantastici quattro, gli italiani avranno purtroppo ancora un po’ di più la nomina di “gente che grida quando parla”, di “maleducati” e di “non sanno parlare nessuna lingua”.
8 Comments
Diciamo pure che questi sono dei veri grezzi…ma diciamo pure che spesso i camerieri sono talmente odiosi che gli sta bene avere trovsre “pane per i loro denti”….dovete vedere come certi ricchi russi trattano male il personale nei ristoranti o negozi…..ma visto che hanno soldi i francesi fanno tanti sorrsi e testa bassa
Alcuni anni fa, in vacanza con la famiglia in Italia, (abito all’estero da ormai 23 anni) spiegavo ad una delle mie figlie, con le quali parlo francese, quanto poco – purtroppo – significasse il concetto di fila, attesa, ordine etc. per la maggior parte dei nostri connazionali. Vidi che il giovane di colore alla cassa del McDonald’s dove eravamo sorrideva avendo udito la mia breve dissertazione sul diffusissimo italico comportamento. Nel contempo approfittò per esternare e renderci partecipi di quanta “buzzurraggine” avesse notato in Italia e di quanto ne avesse sofferto lavorando – era studente universitario – con un pubblico piuttosto eterogeneo. Fece altresì un’amara riflessione sull’Africa che io potei ben afferrare dato che in Africa ci ho vissuto moltissimo tempo: eh sì il borgese africano in educazione batte piuttosto bene il borghese italiano……………… Nonostante i leghisti li definiscano tutti scimmie.
Ritornando alla cortese connazionale, io, da parte mia, non ho mai nessun comportamento “crocerossino” all’estero, piuttosto darò una mano ad un asiatico che ad un connazionale: che si compri almeno un manualetto di conversazione e mostri la frase all’interlocutore.
Gli italiani all’estero si fanno sempre notare e purtroppo non per meriti !!!!!!!!!!!!
Ciao a tutti gli italiani RESIDENTI in Francia dei quali faccio, per il momento, parte.
Con riferimento al racconto dei Quattro c’è da dire che queste persone probabilmente sono maleducate dappertutto e forse giusto un pizzico ignoranti in quanto è chiaro che se si va all’estero non puoi certamente pretendere che si parli l’italiano.
Uno dei problemi di noi Italiani (e questo è un retaggio dell’Antica Roma) è che siamo un po’ sbruffoni, esaltanti e soprattutto ci crediamo superiori a qualsiasi popolo.
Ho un fratello a Parigi e vado spesso lì ed ho visto molti italiani turisti tranquilli ma anche gente come i Quattro.
Nicole
…non mi fa ridere. ma non mi fa ridere semplicemente perché poi ho a che fare con i pregiudizi nei MIEI confronti che, in quanto italiano, sono per forza maleducato, chiassone, tifoso di calcio, piuttosto ignorante e arrogante. Se già la vita all’estero è difficile ( manco dall’Italia da 14 anni e non tornerò mai) così a volte diventa addirittura impossibile. per la cronaca, mia moglie è spagnola. ci sono delle volte che veramente non so più dove nascondermi… gli italiani all’estero dovrebbero comprendere che quando sono al di fuori degli italici confini, hanno il dovere di rappresentare il meglio del loro paese.
È esattamente il messaggio che ho cercato di far passare… ridendoci su, perché altrimenti la vita sarebbe veramente troppo dura! SOprattutto quella di noi emigrati! 😀
D’accordo su tutto tranne su Nicolas. 😉
Ciao.
Vabbé per un’eretica di vini è fattibilissimo Nicolas! ;-p
Esilarante! Proprio cio che ci vuole per iniziare un lunedi mattino di “travaglio”! 🙂