I Noctiliens – gli autobus notturni
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29/04/2020Oggi parliamo del concetto di spazio. L’obiettivo del post non è quello di giudicare determinati comportamenti umani, ma di capirne le ragioni, di catturare il motivo principale di certe, a mio modesto parere, assurdità. Ad oggi non ho ancora trovato la risposta, vi prego aiutatemi voi! Mi accingo dunque semplicemente a elencare i fatti così come li ho sperimentati e lascio a voi provare a risolvere l’enigma, perché io ci ho rinunciato e ancora dopo 18 anni di vita parigina resto basìta!
Al cinema
Quello che sto per raccontare succede sistematicamente ogni volta che vado al cinema, in qualsiasi tipo di sala, per qualsiasi tipo di film che vado a vedere (compresi quelli in giapponese sottotitolati in turco… in cui la sala, come potete ben immaginare, non è proprio piena ecco!).
Sala vuota, entrano tre persone che si mettono tutte nella fila centrale con due posti di distanza tra una persona e l’altra (voi siete una di quelle). Dopo 10 minuti entra la quarta persona che, sistematicamente, guarda con aria interrogativa il posto vuoto a fianco a voi (ricordatevi che la sala è vuota!), tira fuori il ditino indice dalla manica, piega l’avanbraccio, inclina leggermente la testa a destra (a sinistra se è mancino/a) e con vocina innocente dice:
Excusez-moi, est-ce qu’il y a quelqu’un ?” (scusi, è libero?).
Al che tu avresti voglia di dirgli:
Si, certo che è libero, ma il resto della sala è VUOTA! Perché ti vuoi mettere proprio qui?
… o allora ti alzi tu, ti sposti e aspetti che un altro ditino ti si punti in faccia, finché rassegnato non getterai la spugna.
Al ristorante
Sempre sala vuota, tu entri e punti un bel tavolino spazioso vicino alla vetrata (che però, nonostante a te sembri da due, è per 4 persone… spazi parigini, eheheh). Il cameriere ti blocca subito e ti impone un mezzo metro quadrato in un angolo in cui sono già ammucchiate 6 persone. Normale: il parigino è metodico e deve ottimizzare spazio e clienti per guadagnare di più.
Nei mezzi di trasporto
In qualsiasi mezzo di trasporto voi saliate, vi accorgerete che la gente si ammucchia come sardine, restando impalata vicino alle porte, mentre mezzo metro più avanti il vagone (o l’autobus) è completamente vuoto. Perché?!!!! Non ho ancora trovato la risposta. Pigrizia? Paura del vuoto? Agorafobia? Amore per il calore umano e la vicinanza del prossimo? Mah!
In tal caso il parigino arriva a destinazione sistematicamente sudato e stressato dopo aver passato 40 minuti a stretto contatto con altre 30 persone, e per di più maledirà la qualità dei trasporti e la frequenza dei treni e bla bla bla… Io invece, che sono di Roma e so cosa vuol dire VERAMENTE l’inefficienza dei trasporti, avrò sgomitato un pochino, quel tanto che basta per passare la barriera umana iniziale, avrò trovato un posto a sedere e mi sarò goduta il mio libro durante il tragitto (o mi sarò fatta le mie sacrosante partite di candy crush, eheheheh).
Certo, capita anche che a seconda degli orari o se ci sono problemi sulla linea, la posa sardina sia obbligatoria per tutti, ma è sempre meglio pensare positivo nella vita! :-p
Per strada
Durante la settimana, se vi trovate disgraziatamente su un marciapiede un po’ più stretto e avete un’andatura rilassata quando camminate, vi accorgerete che il parigino vi si attacca dietro e cerca di passare facendovi spostare senza mai pensare di superare: neanche fosse sul Grande Raccordo Anulare in cui la distanza di sicurezza è un optional.
In questi casi avete due opzioni:
- divertirvi e continuare a tenere la vostra andatura finché lui, spazientito, sbufferà rumorosamente e infine vi supererà;
- avere pietà di lui e spostarvi per lasciarlo passare
In palestra
Gli spogliatoi sono fonte inesauribile di aneddoti culturali ! Per il concetto di spazio ho voglia di farvi un semplice esempio per farvi capire chiaramente di cosa parlo.
Spogliatoio vuoto (per capire il perché leggi quest’altro post :-p), due panche per appoggiare i vestiti: una ce la stiamo già dividendo io e un’altra ragazza, l’altra è VUOTA. Prendo le mie cose, vado a fare la doccia, torno e… una terza persona ha ammucchiato le sue cose sulla panca che già in due è abbastanza piccola! Mi affaccio (giusto per scrupolo, ma tanto so già cosa vedrò) e scopro che l’altra panca è ancora vuota… POURQUOI?????!!!!!!!
Potrei continuare per giorni con altri mille esempi di cui sono stata e sono personalmente vittima, sono sicura che molti di voi avranno avuto le stesse esperienze (francesi e non) e si riconosceranno nelle mie parole! Ditemi che non sono pazza e se avete la soluzione all’enigma per pietà ditemela perché sono anni che la cerco invano! ;-p
Parentesi culturale altamente idiota
Vi lascio con una chicca in tema con l’argomento del post. Se a una serata tra francesi a un certo punto qualcuno mette la canzone delle sardine, al ritornello incollatevi agli altri e cominciate a saltare come forsennati!! 😀
21 Comments
Concordo SOPRATTUTTO sul paragrafo del “per strada”…non sono l’unica ad averlo pensato più e più volte! Grazie! ahahah
Allora scusa, aggiungo una cosa che mi infastidisce a non finire, a proposito di spazio: perche’ sugli autobus, anche quando sono pieni, spesso e volentieri c’e’ sempre qualcuno che invece di sedersi accanto al finestrino, e lasciare libero il sedile accanto per qualcun’altro, occupa proprio quel posto piu’ vicino al corridoio, di fatto bloccando l’accesso al posto al finestrino e occupando due posti. Certo, se uno si fa avanti e gli domanda di sedersi, la persona magari con espressione poco simpatica si fa di lato e ti lascia passare, ma perche’ aspettare che qualcuno debba farsi avanti? Non e’ evidente, normale, ovvio, con tutta la gente in piedi, occupare meno posto possibile, lasciare l’accesso libero ad altri ? Ecco, trovo la cosa di una maleducazione e menefreghismo abissale, e mi sorprende sempre.
🙂
Naturalmente, non posso che confermare tutto! Aggiungo pero’ che sugli autobus, intasati in all’inizio e vuoti in fondo, (si sale avanti) il conducente urla spesso: Merci d’avancer au fond du bus, s’il vous plait! e allora la gente muove qualche passo…..forse!
Ciao, anche io ho notato tutto quello che hai detto, ma negli ultimi giorni mi sono accorta che i parigini soprattutto nei passaggi della metro si dividono in due categorie:quelli che corrono, ti superano (anche quando anche tu sei di fretta) e ti stanno appiccicati, e quelli che sono persi dal loro fantastico i-phone e si ono accorti che devono assolutamente controllare la mail mentre scendono le scale e contemporaneamente ascoltare la musica, quelli vanno alla velocità di una lumaca ed assumono l’andatura di un elefante, vie di mezzo non è possibile?
Come sempre ogni post è uno spasso….haaha
Appena ritorno a Parigi andrò al cinema anche se non capisco una mazza di francese e proverò il fatto del marciapiede….
Non ti preoccupare, qui i film sono in lingua originale, non ti resta che beccare un film italiano! 🙂
Inciviltà ? Maleducazione?Menefreghismo? Individualismo?Solitudine?
Forse in epoca di Covid-19, vedremo l’evoluzione del quadro…
Confermo tutto, e aggiungo che per quel che riguarda il cinema, le file centrali sono molto ambite (un mio amico diceva sempre ottava partendo dal basso). Se ti metti di lato nessuno ti disturba e nei cinema piú moderni, come UGC la Defense, lo schermo é curvato in maniera tale che la visuale non cambia. A me é pure capitato che mi hanno chiesto di spostarmi per ben due volte, per colmare i fatidici due posti vuoti.
E’ per questo che io cerco di entrare nelle loro teste e mi metto dove loro non si piazzeranno mai (di lato, in fondo, sotto le poltrone!). 🙂
Ciao Elena, come sempre non rirsco a pubblicare qualcosa se non rispondendo ad un altro commento … volevo chiedere a te e agli altri, ma è vero che le case a Parigi hanno tutte il bagno senza finestra?? è impossibile trovarne una che ce l’abbia?
Ciao Silvia, che strana domanda e che strane leggende metropolitane che girano nel mondo…
In Francia il bagno è generalmente diviso in due: una stanza con doccia e lavandino (la salle de bain) et una stanzetta con solo il WC (les toilettes). Le finestre ci sono, ma può capitare di no nelle toilettes vista la scarsità di spazio, e che quindi ci sia solo la ventola.
Grazie Elena 🙂
A dire il vero, gli appartamenti senza finestre a bagno e toilette sono numerosissimi in ambiente urbano; non è affatto una leggenda.
Il motivo storico è una sciagurata legge di un periodo che ancora non ho individuato bene (ma Haussman c’entrerà senz’altro qualcosa: ne ha combinate talmente tante…) che instaurò il calcolo delle tasse locali (impôts locaux, taxe d’habitation e via dicendo) sulla base della superficie finestrata degli appartamenti. Risultato: le costruzioni “nuove” (dell’epoca) minimizzavano le finestre; nel frattempo, chissà, magari inventavano proprio allora la luce elettrica e contemporaneamente la penicillina, quindi tutti pensavano che certe cose come l’aria fresca, la luce ed altre quisquilie simili non avessero più nessuna importanza per la salute umana.
Se a questo unite una concezione dello spazio da ottimizzare, come illustra perfettamente IP in questo post, ecco che per molti decenni e forse anche di più, le prime finestre a non essere mai costruite sono quelle dei vani in cui non si “vive”.
Il prometeismo francese ha avuto ben pochi limiti fino al secolo dell’ecologia, per cui le convinzioni di questo tipo hanno forgiato una vera e propria ideologia e ancora adesso sono i produttori di deodoranti e di ventole elettriche che si fregano le mani!
P.S.: Cara IP, vorrei proporti degli scambi di link. Dove ti posso scrivere in privato? Oppure scrivimi tu all’indirizzo che ho indicato nel form, e che normalmente dovresti vedere come amministratrice. Ciao.
Grazie per la parentesi storica Luca, mi piace tantissimo scoprire il perché delle cose!
Puoi scrivermi qui: https://www.italianipocket.com/contatti/
Segnato! Rue de Prague. E poi anche Av Keller dove ho appena visto su internet un negozietto incredibile, si chiama tipo Loulou qualcosa.
Cmq sia le ricerche immo continuano: sto imparando le sottigliezze (tipo tutte le sigle assurde che però – pare – significano poi qualcosa 🙂 )
Buona giornata e vive le pain au chocolat
“A la campagne” o anche….”a champagne”! Cioè bevono per rilassarsi! 🙂
Cmq città invidiabile. Sapendo come muoversi, si vive benissimo. E poi, nella tua zona (Bastille se non sbaglio) c’è il mio paradiso: negozi di mobili et déco (e mini boutique per bimbi, qui a Milano introvabili).
Grazie a te invece: sei precisa, utilissima e piena di humor. Evviva.
Si si, è proprio vero! Se ti capita fai un salto dalle parti di rue de prague, ci sono due o tre negozietti per bambini niente male… un po’ cari, ma hanno tante cose fatte a mano troppo carine!!
Carissima ItalianiPocket,
appena tornata da Parigi per una 5-giorni-non-stop alla ricerca di un appartamento, sarei tentata di fare un OT e di parlasrti del concetto di spazio….NEGLI APPARTAMENTI! Ma so che devierei il tuo simpatico post quindi, da brava, mi atterrò al topic. Ebbene, ho notato TUTTO quello di cui racconti tu. Ma tutto eh! E ho anche goduto come una pazza a camminare, nelle gallerie del metro e per strada, SENZA FRETTA, non a 200 all’ora, ma come cammina una persona sana di mente e che non sta perdendo il treno della sua vita….Ebbene, che sensazione inebriante! E che NOIA che davo ai parigini (avranno pensato: “ma questa non ha nulla da fare? non ha nessun posto dove correre? non ha nessuna operazione a cuore aperto a cui partecipare?? strano..).
E la cosa assurda invece cosa è? Che dopo averti pressata per strada, al cinema, sui mezzi, in ascensore…quando fai la cosa -chessò – da BHV…DEVI mantenere quella distanza di sicurezza prima della cassa, per garantire la privacy di quella che ha comprato la mutanda della nonna avanti a te…nemmeno fossimo in banca!
Voilà…il mondo è bello perchè è vario vero? 😉
Ah ah ah! Grazie Ale del bellissimo commento!
Aggiungerei: il mondo è bello perché è vario e per fortuna Parigi non è Francia (ha un’identità tutta sua).
Appena si esce da questa città frenetica, ma nonostante tutto meravigliosa, ci si ritrova praticamente in un’immensa campagna perfetta per staccare un po’ dalla “pazzia” parigina.
E’ anche per questo che il parigino tipico passa tutti i suoi week end “à la campagne”! 🙂
ahahah! è vero!
per un’occhiata a parigi: http://cityglimpse.wordpress.com/
a presto!
Ahaha! Concordo pienamente!
Approfitto per fare un po’ di pubblicità anche al nostro blog: http://cityglimpse.wordpress.com/
un’occhiata a Parigi!
a presto!